Le memorie storiche sia a livello previsionale che di report e dati meteorologici archiviati come quelli delle stazioni meteo e di fulminazione sono elementi fondamentali per analizzare gli eventi estremi passati al fine di migliorare le prestazioni modellistiche sul brevissimo termine. Infatti questi eventi estremi pur divenendo sempre più una costante del nostro clima estivo non sono così facilmente rintracciabili nelle memorie statistiche.
Nel caso della supercella su Napoli è avvenuto un evento eccezionale, in quanto è ancora più raro che si sviluppino sul mare, e l’elevata presenza di acqua disponibile in atmosfera, unito alle forti correnti ascensionali in grado di mantenere in sospensione i chicchi, ha permesso la formazione di grandine di enormi dimensioni. L’ipotesi più probabile è che la superficie del mare ancora piuttosto caldo e con temperatura al di sopra delle medie del periodo abbia favorito lo sviluppo del sistema anche in condizioni ambientali che normalmente non lo consentono. Sono stati rilevati chicchi di 11,5 cm (fonte European Severe Weather Database http://www.eswd.eu/)
Immagine che rappresenta la previsione dell'indice rischio grandine tra Napoli e Sorrento durante l'evento del 5 di Settembre 2015, con sovrapposta l'immagine radar che evidenzia in rosso l'area colpita dalla supercella
L' analisi sinottica della mattina di sabato 5 settembre 2015, mostra un fronte freddo in transito da nord che scontrandosi con l’aria molto calda (temperature > 28 °C, ben oltre le medie del periodo ) e umida (mixing ratio >15g/kg) presente già da qualche giorno al Sud, ha generato un’area di forte instabilità atmosferica sul Tirreno meridionale che era estesa fin verso i Balcani. Tale instabilità atmosferica mostrava le condizioni caratteristiche per la formazione di eventi convettivi estremi con possibilità di formazione di fenomeni intensi quali trombe d’aria e grandinate. Infatti i principali indici temporaleschi mostravano valori piuttosto elevati:
1) Il CAPE (energia disponibile per lo sviluppo dei temporali) era intorno ai 1525 J/Kg nel radiosondaggio di Pratica di mare LIRE emesso alle ore 0000 UTC del 05/09/2015,
2) il MLCAPE (l’energia disponibile nel caso di maggiore instabilità) era stimato attorno ai 3000 J/Kg,
3) il DLS (DeepLayerShear ovvero la variazione del vento tra la superficie e i 6 km di altezza) era oltre i 25 m/s
4) L’acqua precipitabile contenuta in atmosfera era oltre i 43 mm
Questi valori solitamente si riscontrano quando c’è la formazione di sistemi convettivi intensi quali MCS (Mesoscale convective system) o supercelle. Nel caso di elevata acqua precipitabile, è anche alta la probabilità di avere grandinate di notevoli dimensioni.
L'andamento poi della supercella era stato previsto dal nostro modello con traiettoria sulla penisola amalfitana, con fenomeni di contorno sulla provincia di Napoli mentre la traiettoria reale ha impattato contro la linea di costa davanti alla città di Napoli esaurendosi poi nell'entroterra. Questo dimostra le reali difficoltà di previsione di sistemi altamente instabili in evoluzione costante e continua, altamente influenzati da parametri quali le temperature superficali marine, la rapida evoluzione delle celle convettive e l'orografia di cui anche strumenti di nowcast quali radar e satelliti faticano ad inquadrarne la traiettoria futura.
Nell'immagine scansione radar protezione civile la supercella sul Golfo di Napoli e dintorni nel primo pomeriggio del 5 Settembre 2015
Ecco invece il responso del nostro sistema gratuito on line di riportistica degli eventi grandine Grandine ieri redatto sulla corsa di report e segnalazioni che popolano e spopolano sul web opportunamente filtrate e validate da un algoritmo semantico.
In conclusione la previsione di una supercella è quindi molto difficile da realizzare, ancora di più se avviene in condizioni geografiche che normalmente non lo consentono. Si possono rilevare nell’atmosfera le condizioni adatte, in una determinata area, alla possibile formazione di una supercella anche con un giorno di anticipo. Queste però non sono sufficienti per stabilire la formazione certa del fenomeno, ne tanto meno la sua esatta traiettoria e collocazione temporale, perché è fondamentale per attivarla un fattore di innesco rilevante nel caos atmosferico
Ad innescare il processo possono contribuire diversi cause: convergenza di brezze, ingresso di aria fredda in quota, barriere orografiche, etc. e questi fattori dipendono fortemente dal luogo in cui si ha la possibilità di sviluppo di una supercella. La previsione appare quindi estremamente difficile, specie se richiesta con gradi di dettaglio spazio-temporali elevati. L’esatta localizzazione della formazione di una supercella è possibile solo in alcuni casi con un preavviso temporale limitato.
Valuate quindi sempre le informazioni meterologiche e gli annunci delle moderne cassandre del meteo-web
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